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Giovedì 02 gennaio 2013. Il Colonnello Mamadou Ndala, comandante della Brigata Comando Unità di Reazione Rapida dell’esercito congolese é morto in una imboscata tenuta presso il villaggio di Ngadi, tra l’aeroporto regionale di Mavivi e la città di Beni, Nord Kivu.  Molti soldati della sua scorta sono stati uccisi e altri feriti gravemente. Una carneficina provocata da tiri incrociati di lancia razzi RPG e armi automatiche.

 

Il Colonnello Mamadou Ndala era impegnato in una contro offensiva contro i ribelli ugandesi del ADF (Alliance Defence Force) che avevano occupato alla vigilia di Natale alcuni villaggi, provocando la morte di 40 civili. L’esercito era riuscito a recuperare le località occupate dai ribelli di Kamango, Kisiki e lo strategico ponte di Semliki.

 

Il Ministro della Comunicazione e portavoce del Governo: Lambert Mende ha confermato la morte del Colonnello Ndala, autore della vittoria contro la ribellione Banyarwanda del M23. “Il Colonnello Mamadou Ndala é stata ucciso assieme alle sue guardie del corpo dai ribelli ugandesi del ADF. É una perdita immensa per l’esercito e il paese”, afferma Mende.

 

Di parere nettamente contrario é un ex consigliere del Presidente Désiré Kabila il padre dell’attuale presidente assassinato nel 2001.

 

L’ex consigliere, attualmente in esilio, contattato dal sito di informazione Afric.com afferma:“Il Colonnello Ndala é stato ucciso dal Governo di Kinshasa dopo il suo rifiuto di obbedire gli ordini ed interrompere l’offensiva contro i ribelli ugandesi. Le circostanze della sua morte sono identiche a quelle del suo predecessore, il Generale Mbunza Mabe, che era stato incaricato nel 2012 di combattere il M23.

 

Secondo l’ex consigliere il Presidente Kabila e il suo Governo, hanno l’abitudine di eliminare i migliori comandanti militari che si impegnano seriamente per liberare l’est del Congo dai quaranta gruppi armati che governano la regione dal 1996. L’obiettivo sarebbe quello di proteggere i gruppi ribelli che sono associati nel traffico illegale di minerali preziosi con la Famiglia Kabila, Generali e Ministro del Governo.

 

Secondo alcuni esperti militari ruandesi l’ipotesi non sarebbe da scartare in quanto esistevano già in luglio forti contrasti tra il Colonnello Ndala e Kinshasa. Dopo le prime offensive vittoriose contro il M23 con la riconquista dei territori del Nyiragongo e Rutshuru, Kinshasa aveva annunciato la rimozione di Ndala dal comando delle operazioni. La decisione aveva provocato violenti proteste degli abitanti del capoluogo della Provincia del Nord Kivu: Goma, che avevano costretto il Governo a ritornare sulla propria decisione e mantenere il Colonnello, considerato un eroe nazionale, al comando delle operazioni militari all’est del paese.

 

La sua morte e i dubbi di omicidio politico aggravano la già tesa e fragilissima situazione politica dopo il tentativo di abbattere il regime di Kabila effettuato dal Profeta di Dio, il Pastore Paul-Joseph Mukingubila, recentemente proclamatosi Presidente dell’Africa.  Le sue milizie avevano attaccato il 30 dicembre 2013 i punti nevralgici del potere presso la capitale, Kinshasa, e tre principali città: Lumumbashi, Kolwezi e Kindu. Il tentativo di colpo di stato é stato faticosamente fatto fallire grazie all’intervento di reparti speciali della Guardia Presidenziale, coordinati da consiglieri militari francesi.

 

Nella storia del paese gli omicidi politici di validi generali sembra essere un costume ricorrente ad iniziare dal Generale Kambale, ucciso nel 1962 dal Presidente dell’allora Zaire Mobutu Sese Seko, durante le operazioni militari contro la ribellione di Malele, sempre all’est del paese. Il Generale Kambale stava acquistando una scomoda popolarità che poteva compromettere il regime di Mobutu. Alcuni osservatori regionali sono propensi a non scartare l’ipotesi che l’assassinio politico del Colonnello Mamadou Ndala sia dovuto anche dalla sua popolarità che poteva rappresentare a medio termine un pericolo per il fragile e corrotto regime della Famiglia Kabila.

Contemporaneamente alla morte del Colonello congolese, giunge la notizia dell’assassinio di Patrick Karegeya, l’ex Capo dei servizi segreti Ruandesi che aveva qualche anno fa contestato l’autoritá del Presidente Paul Kagame e successivamente fuggito in Sud Africa. Karegeya é stato trovato la mattina del 2 gennaio 2014 strangolato in un hotel a Johannesburg. L’assasinio politico sembra essere il metoto preferito dei due governi per sbarazzarsi di scomodi oppositori.

 

Fulvio Beltrami

 

Kigali, Rwanda

 

 

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